La preadolescenza è quell'età che va indicativamente dai 10 ai 14 anni. Non ci troviamo più di fronte a dei bambini ma non ancora a degli adolescenti, i cambiamenti corporei cominciano ad accennarsi e anche il pensiero sebbene ancora simile all’eta infantile comincia pian piano a discostarsene. Le differenze individuali sono fortemente marcate nei preadolescenti, non è raro infatti trovare gruppi o classi dove alcuni fisicamente e mentalmente sono ancora dei bambini mentre altri cominciano a mostrare cambiamenti più spiccati. Questo periodo può quindi cominciare a creare difficoltà sia nei figli che nei genitori. I ragazzi percepiscono questa disomogeneità nel gruppo dei pari e possono faticare a sentirsi parte di un gruppo, come invece può accadere in adolescenza. I genitori si trovano davanti a figli che stanno cambiando magari più precocemente di come si aspettavano. E la sessualità? Presi in questo vortice inaspettato di cambiamento i genitori non tengono a mente che questi figli, bambini fino a poco fa, hanno fortemente bisogno di un’educazione alla sessualità e la relegano all’eta adolescenziale. Una cosa del tipo ‘E’ presto, chi ce lo fa fare di parlare di sessualità ora?’ Niente di più sbagliato. I nostri figli sono sempre più esposti a informazioni riguardanti la sessualità e sempre più precocemente, attraverso internet, i social e i media in generale. Non sempre però quello che apprendono è adeguato alla loro età, non esiste una discriminazione per fasce d’età quando si tratta di contenuti di sessualità e i media danno informazioni senza filtri. Quello che troviamo noi adulti sui media quando si tratta di sesso è la stessa informazione che trovano gli adolescenti e la stessa che trovano anche i preadolescenti. Ma i genitori spesso si dimenticano questo particolare e credono che i loro figli non abbiano accesso a contenuti legati alla sessualità. Paradossalmente gli adolescenti, che iniziano a sperimentare realmente la sessualità , sono più al sicuro rispetto ai preadolescenti per quanto riguarda le influenze dei media. I preadolescenti non hanno ancora sperimentato realmente la sessualità, ne sentono solo parlare, e se ne sentono parlare in modo errato rischiano di formarsi un’idea errata. E’ un po’ come fare un viaggio, se non sono mai stato in Asia e mi baso su quello che leggo nelle guide devo sperare di trovare delle guide che diano informazioni corrette, se invece ci sono già stato posso filtrare le informazioni sensate da quelle insensate. Dato che il primo cancello di accesso alla sessualità dei ragazzi è la pornografia queste informazioni non sono corrette ma ovviamente falsate ed errate. Pericolose anche, perché il modello che generalmente la pornografia passa è un modello di corpi perfetti, di prestazioni e in molti casi di sopraffazione, dove i sentimenti non trovano posto. Del resto secondo recenti statistiche il primo incontro con la pornografia arriva mediamente prima dei 14 anni, per i più intorno ai 13 ma può capitare anche molto prima.
Quando quindi i genitori devono cominciare a fare educazione alla sessualità? Va chiarito innanzitutto che l’educazione all’affettività e alla sessualità dovrebbe essere fatta lungo tutto l’arco di vita, adattandola alle età e al singolo ragazzino/a. Per intenderci, iniziare con l’educazione emotiva fin da piccoli è una risorsa enorme per il bambino, associando anche i vissuti corporei legati alle emozioni. Mano a mano che l’età cresce si può cominciare a parlare di tematiche più specificamente legate alla sessualità (consenso, relazione, piacere) fino ad arrivare ad una educazione alla sessualità vera e propria che spieghi come quello che si vede in video non è sempre vero e che la sessualità realmente vissuta è altra. Se non si comincia a fare questo molto presto si rischia che i ragazzi incappino in contenuti legati alla sessualità anche precocemente (video, pornografia, pagine instagram, video di tic tok..) senza avere ricevuto delle chiavi di lettura per codificare quello che stanno vedendo. E’ importante parlarne rispettando sempre la specificità di quel singolo ragazzino/a e tarando i contenuti in base a quello che può essere utile per lui/lei. Questo deve guidarci, non la nostra paura ad affrontare tematiche legate alla sessualità con i ragazzi. E’ importante parlare con loro, senza essere intrusivi ma dando informazioni sui sentimenti, sulla relazione, sulla parte emotiva, sul consenso, sul vissuto corporeo, sulle paure e sul piacere. Tutte quelle informazioni che un video non potrà mai fornire.
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dottoressa laura minconePsicologa e Sessuologa Categorie
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Dicembre 2021
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