Stiamo vivendo una situazione particolare, difficile, drammatica e unica nel suo genere, una pandemia. Come si riflette questo sulle relazioni, e in particolare sulle relazioni affettive? Innanzitutto dobbiamo dire che la vicinanza fisica è in alcuni casi da evitare e in altri da monitorare. Il virus si trasmette attraverso la vicinanza, il respiro, il tocco e come possiamo pensare che questo non influenzi le nostre relazioni intime? Le manifestazioni d'affetto, la sessualità, sono generalmente una forma di conforto e di rassicurazione ma in questa situazione possono essere anche un pericolo e bisogna essere cauti. Siamo costretti a vivere un'intimità senza il corpo..
Ci sono più variabili perché le persone e le coppie si trovano ora in situazioni molto diverse. Ci sono persone che sono costrette a rimanere in casa con i rispettivi partner in una situazione mai vissuta prima, i tempi sono rallentati, gli svaghi esterni impossibili e tutto si concentra in casa. Questa può essere una situazione bella, positiva, di riscoperta di un tempo condiviso, ma allo stesso tempo può essere una situazione complessa e a volte difficile. Non dobbiamo dimenticarci che se uno dei due partner si trova a vivere situazioni a rischio durante la giornata potrebbe essere rischioso avere poi una vicinanza fisica eccessiva tra le mura di casa e la coppia potrebbe decidere di tenere anche in casa una 'distanza di sicurezza'. Alcune coppie erano in crisi prima del virus e della quarantena e possono vivere in modo complesso questa vicinanza forzata. Altre invece possono riscoprire in questo tempo nuovo una vicinanza che sembrava perduta. E' difficile dire cosa possa far riscoprire nella coppia dei vissuti emotivi positivi e cosa no, a grandi linee mi sentirei di dire che quelle relazioni che hanno delle risorse, delle basi con qualche solidità, possono riuscire a godere di questo tempo. Ci sono poi quelle coppie che sono obbligate a stare lontane.. Persone che vivono in città differenti, coppie nelle quali uno dei due presenta il virus e l'atro no e quindi devono allontanarsi per sicurezza, persone con lavori fortemente a rischio che decidono di allontanarsi dai propri cari per preservarli. In tutte queste situazioni la vicinanza fisica è impossibile, ma non la vicinanza emotiva. Abbiamo a disposizione moltissimi mezzi, tecnologici e non, per sentirci vicini. Mail, videochiamate, messaggi, telefonate.. tutto ciò può aiutarci a rimanere in contatto seppur lontani. Ci sono infine quelle persone che seppur single sono abituate alle avventure occasionali che devono al momento essere interrotte, o per lo meno non possono essere vissute di persona. In tutta questa varietà di casi è secondo me importante non perdere alcune dimensioni importanti, quelle dell'affettività, della seduzione, del gioco. Dedicarci a tutto ciò in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo non è superfluo ma può invece aiutarci ad abbassare l'ansia. Prendiamoci questo tempo, sia che siamo vicini fisicamente, sia che lo siamo almeno emotivamente, per riscoprire una modalità nuova legato all'affetto, alle emozioni. Una modalità fatta di parole, di condivisione, di comunicazione, per pensare a un nuovo tipo di intimità, più emotiva forse. Permettiamoci di parlare e condividere come non facevamo prima. Dedichiamoci soprattutto al gioco, alla seduzione, alla fantasia anche. Comunichiamo in qualsiasi modo ci sembra più idoneo per trasmettere al/alla partner quello che sentiamo. In tempi come quelli che stiamo vivendo, tempi di paura, di ansie e angoscia per la vita propria e degli altri, prenderci cura della nostra dimensione affettiva, relazionale e perché no anche sessuale non è una cosa da poco, è qualcosa che ci permetterà di affrontare in modo più sereno questa grande prova.
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Quando una persona soffre di una problematica che riguarda la sessualità se ne vergogna molto e può passare molto tempo prima che si rivolga al proprio medico. Generalmente il medico di base lo invia a un medico specialista (andrologo o ginecologo) che fa varie analisi e che, in caso non siano presenti problematiche fisiche, lo invia a un sessuologo. Ma cosa fa davvero un sessuologo? Cosa mai dovrò aspettarmi quando vado nello studio di un sessuologo?? Le persone ne sono spesso spaventate e a volte incuriosite!
Nessuna paura, un sessuologo altri non è che uno psicologo o un medico che ha seguito una specializzazione in sessuologia. Ma non si va da un sessuologo solo se si hanno disfunzioni sessuali! Il sessuologo mette anche in atto interventi che hanno come obiettivo il BENESSERE SESSUALE della persona che ha di fronte, una maggiore conoscenza e accettazione di sé e in alcuni casi del proprio orientamento o identità sessuale. Ma una volta che vado ad un appuntamento con un sessuologo cosa farà?? Un sessuologo può fare sostanzialmente tre cose: -INTERVENTI DI PSICO-EDUCAZIONE: spesso le problematiche sessuologiche derivano semplicemente da poca conoscenza o da informazioni non corrette sulla sessualità e sulla risposta del proprio fisico a livello sessuale. A volte fornire semplicemente informazioni corrette serve a ridurre un disagio in poche sedute. - CONSULENZA PSICO-SESSUOLOGICA: è un intervento più specifico e approfondito per affrontare la propria sessualità, il modo in cui ognuno di noi la vive secondo i propri gusti, esperienze, ecc. E' un intervento relativamente breve che si muove all'interno delle dinamiche mente-corpo favorendo una maggiore consapevolezza di sé. - TERAPIA SESSUOLOGICA: o TERAPIA MANSIONALE INTEGRATA. Eh si, è proprio quella terapia dove il sessuologo da' al paziente, che può essere singolo o coppia a seconda della problematica, delle 'mansioni'. Queste sono degli esercizi da svolgere a casa per poi affrontare insieme in seduta le emozioni e i pensieri suscitati dalle attività proposte. Ha una durata media e delle buone percentuali di riuscita nella soluzione del problema. |
dottoressa laura minconePsicologa e Sessuologa Categorie
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